Industria a energia solare Casale: «Sfida possibile»

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  • Agosto 3, 2021
  • Quotidiano di Puglia

«Siamo orgogliosi di produrre grazie al sole 2 megawatt sui tetti dei nostri stabilimenti» «Riusciti a mantenere la forza lavoro pre crisi sia del 2008 che della pandemia»

BRINDISI- Avere come obiettivo la produzione, e quindi il profitto, da raggiungere attraverso un percorso che privilegi l’innovazione tecnologica, il rispetto dell’ambiente, l’utilizzo delle energie rinnovabili, il recupero e il riciclo degli scarti di produzione, alimentando la cosiddetta economia circolare.

Un percorso che significa anche e soprattutto lavoro, lavoro stabile e remunerato secondo contratti in un contesto nel quale l’economia sommersa ha ancora un peso consistente. Alfonso Casale è orgoglioso dei traguardi raggiunti e del percorso seguito dalla Telcom, azienda da lui fondata 40 anni fa circa, che ha avuto e ha un ruolo di primo piano nelle attività di produzione di depositi per materie liquide realizzati in plastica, soprattutto con la tecnica dello stampaggio per iniezione, oppure di arredi da giardino, vasi da fiori e prodotti per l’ecologia, come le fosse biologiche Imhoff per il trattamento delle acque reflue.

Con un ulteriore valore aggiunto: la produzione di 2 megawatt di energia ottenuta da pannelli fotovoltaici installati su 20mila metri quadrati di tetti aziendali che garantiscono di fatto l’autonomia energetica  dell’intera azienda. La Telcom è anche fornitrice di gruppi come Ikea e Auchan per vari prodotti.

«La soddisfazione in questo momento è doppia, perché possiamo affermare che abbiamo la forza lavoro pre crisi, sia con riferimento alla crisi mondiale del 2008 che a quella collegata alla pandemia. Abbiamo utilizzato la cassa integrazione e abbiamo anticipato il pagamento della stessa, ma non abbiamo ridotto di una sola unità la forza occupazionale utilizzata in azienda”» spiega Casale.

Nel gruppo Telcom, che nell’area industriale di Ostuni ha 4 siti produttivi, lavorano 200 persone. Alle quali bisogna aggiungere un centinaio di altre unità tra rappresentanti e trasportatori che consegnano la merce prodotta a Ostuni alle varie aziende di vendita. Si tratta di prodotti ingombranti e quindi la squadra di trasportatori è davvero consistente.

«Prodotti di lunga durata, perché non abbiamo mai voluto produrre oggetti usa e getta e per il futuro vogliamo verificare se è possibile e i quali tempi arrivare a produrre attraverso l’utilizzo delle bioplastiche, proprio per rafforzare la competitività, l’innovazione tecnologica e il rispetto dell’ambiente», spiega Casale, il quale in questo momento è una sorta di consulente strategico, dopo aver lasciato la guida dell’azienda al figlio Raffaele. Casale ricorda che l’azienda partì negli anni Ottanta con la produzione di serbatoi in plastica da piazzare sui tetti delle abitazioni come contenitori di acqua potabile. “In quegli anni sui tetti delle abitazioni vi erano serbatoi in cemento amianto. Si sapeva già da molti anni che il cemento amianto rilasciava fibre cancerogene, eppure abbiamo dovuto faticare non poco per imporre la presenza dei nostri prodotti, certificati da università e centro di ricerca. Ma ce l’abbiamo fatta. Possiamo dire che in Italia siamo diventati pionieri nel settore. E in tanti hanno copiato il prodotto. Stesso discorso vale per la produzione dei vasi da fiori, realizzati in plastica ma con un design e una qualità riconosciuti da tutti, non solo dagli acquirenti”, aggiunge il fondatore della Telcom.

Produrre manufatti, e produrre energia per produrre i manufatti. La Telcom ha installato pannelli fotovoltaici su una parte dei tetti (in particolare quelli esposti a Mezzogiorno) dei quattro siti aziendali di Ostuni, arrivando a coprire 20 mila metri quadri di capannoni con pannelli che garantiscono una produzione di 2 megawatt di energia, così da rendere sostanzialmente l’azienda autonoma dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico. «Non si tratta di scelte facili, ma noi abbiano deciso di coprire buona parte dei tetti aziendali con pannelli fotovoltaici, investendo oltre 7 milioni di euro presi dalle banche e sui quali si pagano gli interessi. Gli incentivi arrivano dopo, intanto bisogna decidere di investire, esporsi finanziariamente. Ma è stata una scelta strategica e innovativa della quale siamo più che soddisfatti», sottolinea. Di più: «Per rafforzare l’autonomia energetica abbiamo rivisto l’organizzazione aziendale e definito la produzione su due turni, eliminando quello di notte. In questo modo non siamo costretti a comprare energia ad alto costo. Ora è il sole a fornire l’energia necessaria a mandare avanti i nostri stabilimenti».

Infine, l’economia circolare. Casale spiega che «gli scarti di produzione vengono separati e quindi utilizzati per realizzare nuova materia prima da rimettere nel ciclo produttivo». Il patron della Telcom racconta il suo contributo, da consulente strategico, senza ruoli esecutivo in azienda, «come un viaggio, che in parte è anche in bilancio. E devo dire che vedere l’azienda, che guarda all’innovazione di prodotto e all’utilizzo delle energie rinnovabili in un mondo sempre più competitivo, riesce a superare le crisi economiche e pandemiche ed essere riferimento per tante famiglie del territorio, è una soddisfazione e un motivo di vero orgoglio».

Di Oronzo Martucci